giovedì 12 agosto 2010

Dal vostro inviato a Trondheim... anzi, a Vicenza!

Per lui è la prima ai WOC

per lei sono 17...

Finale WOC Lunga Distanza - Uomini

Finale WOC Lunga Distanza - Donne

Pubblichiamo di seguito qualche breve intervista ai nostri atleti preferiti, gli ITALIANI!

Ora parcondicio, sotto con Michela Guizzardi


1. Sprint, Middle, Long e Staffetta... Incredibile! Risultato storico!

Correrai tutte le gare di questo Mondiale, non hai pensato anche al Trail-O?
specialità che a questi Mondiali sembra riscuotere molto interesse tra gli
organi d'informazione italiani?

Finalmente sì! sono riuscita a mettere in fila tre gare sicure sotto
pressione. Nelle nostre batterie serviva tenere a freno la testa ed andare via
sicuri, un po' come sempre ai mondiali, ma a maggior ragione su questi terreni.
In programma per me non c'è la staffetta e nemmeno il trail-O: questo sport non
è proprio nelle mie corde, richiede doti che non sono per niente le mie, prima
fra tutte le pazienza...

2. Alla faccia della serenità, hai centrato tutte le finali, il segreto è
stato la tua condizione mentale, la tranquillità che ti ha permesso di
affrontare al meglio le gare?

A dire la verità dal punto di vista mentale questo è stato il mondiale più
difficile che ho affronatato: fin dal primo giorno mi sono sentita piuttosto
agitata e disagiata. Sai quando sei lì e speri che accada qualche cosa di
stranissimo per cui la gara salti? Dall'invasione degli ufo all'incedio delle
paludi... per fortuna in questi ultimi mesi ho imparato a focalizzare al meglio
la mia attenzione quando faccio orientamento. Quindi dopo queste tre gare di
qualificazione sono soddisfatta soprattutto perchè sono riuscita a correre
completamente sotto controllo, a volte forse anche troppo; soprattutto alla
fine della long, quando ho realizzato che potevo fare il tre su tre e centrare
l'obiettivo, ho rallentato quasi troppo per la paura di sbagliare. Anche se una
delle mie più autorevoli guide mi aveva detto che sarei potuta partire
tranquilla che un fermino lo avevo già messo giù, la trasferta fino ad oggi mi
ha messo veramente molta agitazione e cerco di tenere occupate tutte le mie ora
stando in camera il meno possibile per allontanare i pensieri delle gare. Per
fortuna l'albergo è vicino a molti centri commerciali aperti fino a tarda sera
e, da domenica, il centro della città non è più embargo!

3. Norvegia famosa per i terreni ostici, tecnici ma spesso fisicamente tra i
più impegnativi della Scandinavia, ti sei preparata con qualche accorgimento
specifico per affrontarli al meglio?

Non ho fatto nessun allenamento specifico, sono venuta qui per gli allenamenti
tecnici solo a settembre dello scorso anno (2009), mentre quest'anno è stato
molto impegnativo per me sotto tutti i punti di vista e non sono potuta venire
al campo di allenamento e alle gare di selezione di giugno in Norvegia.
Comunque non penso che sia una grossa limitazione, anzi... il terreno è lo
stesso per tutti, norvegesi, svedesi e finlandesi sono sicuramente molto forti
qui, ma loro sarebbero comunque davanti a noi anche se corressimo in Italia.
Quelli con cui ce la giochiamo sono messi come noi e a volte peggio; alcune
nazionali non sono mai venute a fare campi di allenamento qui perchè è troppo
costoso. Noi siamo fortunati perchè abbiamo avuto la possibilità di venire su
almeno una volta ed allenarci per sapere cosa aspettarci. Alla luce delle gare
di qualificazione devo dire che l'aspetto fisico, sprint a parte, non è ancora
emerso, contava molto la tecnica e fermarsi quando necessario ha sempre pagato.
Da domani però sono pronta a rischiare di più, ora non c'è nulla da perdere:
penso che ci sarà molto divario tra chi è abituato a correre tra questi
mirtilli e queste paludi, ma tra gli altri vedremo chi sarà capace di reagire
meglio.

4.Ieri non abbiamo potuto seguire il vostro GPS tracking però lunedì avevamo
visto linee molto dritte e sicure per il tuo tracciato, soprattutto molto
regolare, ci racconti un po' le tue qualificazioni middle e long?

Delle qualificazioni, come ho già accennato, non c'è molto da commentare. Io
mi sono sempre sentita molto sicura e confidente nella lettura della carta. A
parte un piccolo pezzo nella terza tratta della middle, ho sempre avuto un
ottimo contatto con il terreno, la lettura e la bussola. A dire la verità anche
lo scorso anno mi ero trovata bene negli allenamenti e nelle gare che avevamo
fatto qui e le sensazioni sono state le stesse anche in questi giorni. Anche se
il risultato ovviamente mi soddisfa, devo ammettere che le ultime due gare non
sono state di quelle che ti lasciano particolare soddisfazione. Andare piano,
controllare, fermarsi a leggere tutto paga ma non mi diverte, per cui ho avuto
sì la soddisfazione di non sbagliare, ma quel godimento di volare da un punto
all'altro no. Certo sarebbe stato un rischio, uno di quelli che magari mi
prenderò nei prossimi giorni.

5. Sei arrivata ai Mondiali con una bella "patacca" di bronzo conquistata ai
WUOC però gli impegni più importanti sono davanti a te, che ti aspetti da
queste finali? Paura di pagare in termini di stanchezza il fatto di correre
tutte le gare?

Le patacche rimangono sempre patacche, quello che ti rimane è la soddisfazione
di aver fatto una buona gara e di sapere che si può fare bene non solo per
caso, che non va dritta solo una volta per sbaglio, ma che si ottiene quello
per cui si lavora passo per passo. Non lo si ottiene quasi mai subito,
all'allenamento purtroppo non corrisponde quasi mai la soddisfazione in termini
cronologici, ma la cosa che è certa è che tutto quello che si fa prima o poi
servirà, magari quando meno ce lo aspettimao. Prima dei Campionati universitari
avevo corso una sola gara sprint, agli europei, e mi sono resa conto che è
stato un vero disastro proprio perchè non ero preparata per partire in una gara
sprint. Purtroppo non ero riuscita a fare allenamenti per la sprint e a
prepararmi in pista come si deve e proprio non pensavo di essere pronta per una
gara come quella. Ma ripensandoci ritego che essa sia il risultato degli
allenamenti di tutti questi anni e non di quanto fatto negli ultimi mesi. Un
po' lo stesso discorso che vale per queste gare di qualificazione. Terreni poco
usuali per noi, condizioni mentali non ottimali... penso di essere riuscita
soprattutto perchè sono comunque maturata anno dopo anno, spesso senza
accorgermene nemmeno io. Se quel giorno agli universitari ci avessi messo due
secondi in più sarei stata quarta, e cosa sarebbe cambiato? Praticamente nulla
in termini di prestazione, tutto agli occhi di molti. Certo andare sul podio è
più bello che fermarsi a guardare da di fronte, ma le persone, compresa me, che
sono state veramente contente del risultato, lo sarebbero state comunque anche
nel secondo caso. Certo che se si usano le patacche per giudicare un atleta, o
ancora peggio una persona, allora serebbe cambiato tutto! Ma per fortuna non
tutti ragionano così e c'era stato persino chi mi aveva fatto tantissimi
complimenti anche dopo la gara PWT di Matera nel 2002 quando avevo fatto un bel
PM.

Dopo l'intervista a Marco credo che la Miki ci abbia dato seri spunti di riflessione, grazie e alla prossima intervista con KSS. (NdR)

Iniziamo da Marco Seppi:


1. Marco, innanzitutto questa breve intervista ha luogo esclusivamente in
seguito alle pressioni ricevute da tua mamma cui non va giù il silenzio
mediatico sugli atleti azzurri a Trondheim, quindi ringrazia lei e sotto con
le domande ;-) tu e la Miki avete centrato tutte le finali per le quali
concorrevate, allenamenti particolari? Ci puoi dire qualcosa?

Sono stato a Trondheim solamente per una settimana in giugno (gare di selezione e campo d'allenamento), però penso di aver distribuito bene l'allenamento tecnico a partire da fine ottobre, quando ho cominciato a preparare la stagione e pianificato il picco per agosto. Considero sprint e middle le mie distanze migliori, ho allenato con buone quantità di tecnica il bosco in inverno, per poi aumentare l'orientamento fine in velocità a partire da maggio. Per le sprint, invece, ho mantenuto un po' di occhio in inverno senza allenamenti specifici, mentre mi sono concentrato sulla velocità di lettura nella sprint negli ultimi 2 mesi prima del Mondiale.

2. Anche a te una domanda su questi terreni che sembrano veramente tosti,
pensi penalizzino molto gli atleti delle nazionali non scandinave o comunque
coloro che non hanno la possibilità di allenarsi regolarmente su terreni
simili?

La sprint la considererei tecnicamente "normale", o comunque standard rispetto a ciò che usualmente riservano le gare internazionali (a parte rare eccezioni). La qualificazione in particolare molto bella secondo me, un mix di parchetto, casette, sentierini; la finale invece molto spettacolare, molto veloce in alcuni tratti, con 2-3 scelte interessanti, però forse meno impegnativa tecnicamente e caratterizzata da due salite molto ripide.
Il bosco è sicuramente ostico per chi non vi è abituato: ci sono molti dettagli sia del terreno sia della vegetazione, a tratti la visibilità è alta però presto può chiudersi nei verdini e nascondere dettagli molto fini; i riferimenti grossolani (strade, fiumi, grosse colline) non sono molti. Fisicamente, il terreno è sempre rognoso: siano paludi, siano mirtilli, siano verdi, non ci si può mai rilassare. Insomma, un terreno di tipo sicuramente scandinavo, ma piuttosto differente dai più piatti tipici terreni svedesi. Nelle qualificazioni era molto importante mantenere sangue freddo e rallentare, fino quasi a camminare se necessario, sfogando invece la corsa nei tratti duri di salita o palude. Un errore di uno-due minuti poteva essere accettabile, importante era non perdere completamente il flow e la confidenza. Credo che su terreni di questo tipo atleti di alcune nazioni siano davvero un gradino sopra e che i distacchi si amplino; d'altra parte, usando opportunamente un bagaglio di tecnica che comunque si acquisisce anche su terreni sud-europei, penso sia possibile ben figurare tra coloro che non sono abituati a questo tipo di terreno.

3. Al sito FISO hai dichiarato che i WOC sono anche un momento di crescita e
confronto con gli altri elite mondiali, cosa pensi di portare a casa come
bagaglio personale di esperienze e conoscenza?

Per quest'anno, penso di aver confermato la capacità di raggiungere le finali senza troppi patemi, cosa che in precedenza mi riusciva con discreta facilità nella sprint, ma che non ero ben riuscito a mettere a punto in tutte le middle. Ora credo di avere l'esperienza necessaria per far andare a buon fine questo tipo di gare e il prossimo passo è sicuramente migliorarmi per rendere stabili le mie prestazioni anche nelle finali, ottenendo lì la miglior performance.

4. In Italia molti rumors sostengono che tra quattro anni per i training
camp pre-WOC non dovrete fare molta strada... che si dice a Trondheim?
Quanto sarai cresciuto tecnicamente tra quattro anni?

Beh, dipende da dove sarò domiciliato... anche se finora, pur essendo residente all'estero, non mi trovo di sicuro a grande distanza dall'Italia. Spero di migliorarmi sia tecnicamente sia fisicamente, perchè entrambe gli aspetti li ritengo per me necessari per fare un salto in avanti quando si parla di finali.

5. Sabato correrai la finale mondiale sulla media distanza, come affronti la
prova? C'è chi pensa a divertirsi, chi pensa solo a sbloccare gli
automatismi creati in allenamento, chi pensa proprio di essere in
allenamento e a non pensare all'importanza della gara; cosa ti passa per la
testa quando superi i cancelleti della partenza?

Correrò sabato la middle e l'idea che vorrei portarmi in partenza è di "gustarmi" il terreno fin dall'inizio. Di solito in questo tipo di gare penso a gestire bene la tensione per renderla positiva - un po' di nervosismo non manca, si tratta pur sempre dell'appuntamento dell'anno, l'importante è "trasformarlo" nel modo giusto - e contemporaneamente cerco di focalizzare l'aspetto tecnico più importante per la gara. Se in qualificazione l'aspetto più importante si poteva riassumere per me con la parola "calma", in finale vorrei semplificarlo con la parola "intensità", sia per quanto riguarda la tecnica sia per l'aspetto fisico.

Penserò ad uno speciale esorcismo, per evitare imprevisti come quello che mi ha mandato faccia sull'asfalto nella finale sprint! (lo schianto con una bicicletta andando al primo punto...)


Grazie a Marco, a breve pubblicheremo altre notizie dei nostri beniamini, per ora è tutto, dal vostro inviato a Vicenza passiamo la linea allo studio.

7 commenti:

Cris ha detto...

Certo che un incrocio non presidiato sulla scelta più ovvia per il primo punto della finale sprint mondiale!!!

Complimenti a Marco per la costanza di risultati, il lavoro per arrivare a questi livelli è ovviamente tanto, ma serve anche l'umiltà per saper confrontarsi ed andare a imparare dagli altri.
Bravo davvero!

marirosa ha detto...

GRAZIE COSIMO!!!
quando divento presidente fiso ti assumo :-)

Unknown ha detto...

I più sentiti complimenti a Marco che, da atleta maturo, è perfettamente consapevole dei suoi limiti e delle sue potenzialità, dimostrandosi, ancora una volta, atleta di tempra d'acciaio.

Cris ha detto...

Grande Marirosa!
Pare che abbiamo trovato chi firmerà la fidejussione.... :)

Cosimo ha detto...

Grazie Marirosa, magari ne parliamo nel 2015 ;-)

Anonimo ha detto...

I love this blog :-)
Greetings from Poland!

PRIMITIVO

Cosimo ha detto...

Thanks for your complimente polish PRIMITIVO! In south of Italy we have great wines called PRIMITIVO ;-)