lunedì 2 gennaio 2012

the Bardo is back: LA CONQUISTA DEL TEIDE

Vorrei poter dire che e`da quando ho studiato geografia alle elementari che sogno di scalare la cima piu`alta della Spagna, il Pico del Teide . In realta' due anni fa son venuto a trovare la mia sorellina che studia in Gran Canaria (lei sì ha capito tutto della vita!), ed ho scoperto che nella vicina isola di Tenerife, a quota 3720m si eleva il maestoso vulcano (per il momento e' in pausa, dicono) .

Chiaro che nella mente di una persona malata scatta la solita sfida, e due mesi fa acquisto il biglietto d'aereo ed inizio a crivellare di mail la dolcissima hermana perche' mi riservi ostello, rifugio, traghetto e panini.

Ci sono molteplici modi di raggiungere la cima, tra i quali una teleferica che ti porta fino a 3500m , un centro visitatori a quota 2200m ed altri punti di attacco; da nessuna parte (e qualcuno potrebbe dire "ci sara' un perche' !?") fanno menzione che il monte si puo' conquistare anche partendo dal mare con comodi 25km e relativi 3720m di dislivello.

Serve dire da dove sono partito io?

Un'ultima nota prima di portarvi in viaggio con me sulle pendici di questo vulcano : per settimane ho cercato in internet mappe e informazioni per la rotta che indendevo intraprendere ma non ho trovato nulla, eccetto qualche articolo e blog dove si festeggia la "ruta 040", la mia per l'appunto ma fatta di corsa, con tempi e foto, ma nessuna indicazione del percorso. Grazie ed impiccatevi! Percio' parto con fogli stampati di goggle maps tenuti assieme con nastro adesivo, sereno al pensiero che i grandi esploratori del passato non avevano foto aeree e nemmeno lo scotch trasparente .

Ovviamente l'ostello dove alloggio a Ortava e' distante dalla strada che mi permette di iniziare l'ascesa, percio' alle sei di mattina sono gia' alla stazione dei bus in attesa e ricerca del n°370, e dopo qualche minuto all'uomo in ufficio chiedo, nel mio fluente spagnolo, dov'esso sia.

Parlo cosi' bene la lingua che mi scambia per un oriundo e mi dà una risposta che non capisco un cazzo. Inorgoglito della cosa mi allontano per qualche minuto, ma poi torno ed, adducendo la scusa della pronucia, ripeto la domanda : questa volta seguo con attenzione solo la gestualita' e vado nella direzione consigliata (anche se dal tono di voce mi sembra di dedurre un certo nervosismo). Passa il tempo ed il bus non c'e' sicche' torno in ufficio e ripeto la richiesta una terza volta : qui il capo salta come una molla, prende una bomboletta spray e, sempre dandomi informazioni (probabilmente ora anche sulla mia famiglia) corre verso un cassonetto sull'orlo del precipizio e ci scrive n°370 .

Viene fermato da un collega che mi prende per un braccio e mi porta nel punto esatto dove qualche minuto dopo passa il vero n°370. Ci voleva tanto?

Nelle Canarie c'e' un problema molto diffuso, ossia ci sono tantissime persone con problemi di mobilita' e si muovono con bastoni, stampelle, sedie a rotelle ed altro ; se ne comprende la ragione solamente la prima volta che si fa un viaggio con l'autobus . Sono stato su un bus che andava a 120 km/h in tangenziale, sulle strade di montagna tutte semicurve abbiamo raggiunto una peugeut 106rally che andava almeno ai 60 km/h , ieri poi l'autista ha fermato il bus per andare a mettere seduta una signora che era caduta dal sedile in una curva, e poi e' ripartito come una meteora. Quindi tralascio i dettagli del mio viaggio alle 6 di mattina fino al paese di Tigaiga, vi basti sapere che e' stata la parte piu' pericolosa della scalata !

Vengo scaricato a sto paesino (purtroppo non sono riuscito a partire dal mare) ed e' ancora notte (6,45), non vedo la mia destinazione, non ci sono sentieri, praticamente non ho cartina percio' faccio l'unica cosa che puo' fare un animale in fuga: inizio a salire.

Prendo una strada molto promettente che sale e poi diventa sentiero e sembra ben battuta; poi diventa stretto e con salti e buche, poi solo traccia ed infine neanche quella; pero' in alto, molto in alto, vedo passare le luci di poche auto e percio' sono sul lato giusto della montagna. Continuo nel verde2 scavalcando alberi caduti e muri di terra finche', all'improvviso, raggiungo un terrazzamento di 2x3 metri coltivato a menta : prima domanda e' "ma chi viene qui a farsi i moijto?" mentre la seconda domanda e' "ma come ostia fanno ad arrivare fino a qui?" . Infatti controllo tutto il perimetro ed attorno c'e' solo un muro di rovi, ad esclusione del buco che ho appena creato ed a questo punto realizzo che mi trovo in uno dei rarissimi esempi al mondo di "Orto Messner". Si tratta di orti o piccoli campi coltivati a ridosso di pareti verticali e che sono raggiungibili dall'alto solo in corda doppia e con sicurezza. Un attento osservatore notera' la cura quotidiana, il perfetto allineamento delle piantine e la totale mancanza di impronte essendo il contadino/alpinista sempre appeso alla corda. Minchia che viaggio culturale che sto' facendo, e neanche lo sapevo !!

Vabbe', gli piscio sulla menta e riparto, ora mi devo arrampicare anche con mani denti e ginocchia (e' troppo freddo per usare altri propaggini del mio corpo, e poi le orecchie sono sotto al Buff ) finche', ormai quasi disperato, vedo una bottiglia di plastica e deduco che sono vicino alla strada! Sbuco fuori dal verde3 e la strada e' almeno 6 metri sopra di me ed io sono ai piedi di un viadotto : puttana miseria infame ! Per fortuna ho la sindrome di Peter Pan che all'occorrenza si trasforma in sindrome di Peter Parker e come un ragno inizio ad arrampicare lanciando bave dalla bocca, ma non riesco a salire oltre i 20 cm. Desisto e seguo la base del muro finche' i miei acutissimi sensi percepiscono odore di piazzola di sosta ed in qualche modo sbuco sulla strada giusta : qui vedo una splendida mulattiera che sale da dove ero partito io, forse qualche centinaio di metri dopo. Come dicevano i latini "me magnaria na merda" che tradotto significa grossomodo "Perdincibacco" !

Adesso seguo la strada asfaltata per l'ultimo tratto di civilta' e poi inizio a salire sul crinale della valle di Orotava che mi portera' fino alla Fortaleza, gia' all'interno del Parco Naturale Super Protetto del Teide.

Si passa per un sentiero all'interno di una foresta di felci rigogliose, con numerose sorgenti di acqua che vengono indicate da tabelle ; curiosa questa cosa, in quanto non ci sono tabelle per trovare i sentieri e le localita' , ma poi mettono cartelli per indicare fonti d'acqua distanti 5 metri. Un premio per chi e' arrivato fin li' ? Mah ?!?

Uscito dalla fascia climatica umida mi inoltro in quella dei pini, e da questo crinale si gode una vista bellissima sulla valle , che invita ad una pausa di mezzora con panino.

Prosego quindi con lo zaino alleggerito di 0,2 kg (percio' con acqua per due giorni, cibo per pranzi e cena, vestiario, sacco a pelo e sassi vulcanici raccolti per la nonna, arrivo a trasportare 6,8 kg circa) ed entro nel parco. Il terreno e' magnifico e sembra di camminare sulla luna : ci sono tutte le tracce di un titanico evento come solo l'eruzione di un vulcano puo' essere, e' indescrivibile e neppure le foto rendono merito dell'effetto !

E' passato mezzogiorno ed a quota 2500m, con una vista fantastica, le mie spalle mi offrono un panino seduto su un sasso vulcanico, che e' bello e romantico ma per nulla comodo!

Dopo mezzora le gambe e le chiappe hanno raggiunto un compromesso e devo ripartire : e non si dica che voglio sempre comandare io !

Sara' il sole, sara' la stanchezza, sara' l'altitudine comunque non canticchio piu' tra me e me le canzoncine dei cartoni animati e nemmeno lancio a caso i nomi dei personaggi della Wacky Race, abbandono ogni dispersione inutile di energia ed inizio a sentire la mia anima e godere della fatica.

Penso sia difficile spiegare questo a chi non l'ha mai vissuto, una buona parte di noi lo capisce e lo cerca adirittura , ma per altri (mia mamma compresa) restera' sempre "una roba da malati di testa" !

Faccio appena in tempo a rammaricarmi che i miei ultimi pensieri coscienti siano per le boiate (anche se Dick Dastardly potrebbe esserne fiero) che avviene la seconda scoperta sensazionale della giornata : delle tracce sul terreno !!

Intendiamoci, il terreno e' pieno di tracce, specialmente di quelli che salgono con la teleferica e poi scendono i canali di lava solidificata ed i macigni di tufo, ma queste sono tracce veramente eccezionali se si considera che sono state rinvenute verso le cinque del pomeriggio a quote superiori ai 3000 metri.

In primis e' assolutamente necessario che io ringrazi in questa sede il valente ed insostituibile aiuto che ho ricevuto dal prof. Kela, gia' dr. in solei Michele, omolog. tracc. all. - macch. mov. terra - riviera folk festival Cera, detto Lepre (ehm, sembrano tanti ma e' uno solo, e quelle cose le fa' davvero tutte) . Egli e' il piu' grande esperto mondiale a tavolino di scarpe sportive, laurea orroris causa in Saucony, master in Salomon e Brooks; dopo una attenta analisi delle foto ha dichiarato :

< Si tratta inequivocabilmente di due differenti paia di scarpe , uno modello di "Converse All Star" tipo mid-top misura compresa tra 38.5 e 39.5 e l'altro senza dubbio di "Adidas" mod. Superstar2 misura compresa tra 39 e 40 > .

Una sola razza animale si avventura a 3500 metri di altitudine con questo tipo di calzatura e si tratta dell' " Homo Per Niente Sapiens " . A noi tutti e' noto che la massima evoluzione dell'Homo Sapiens Sapiens e' stata raggiunta circa 15 anni fa' con l'invenzione del tanga commestibile, dopodiche' si e' sviluppata una nuova razza, involuzione della precedente : essa comunica in modo gutturale (humm, naaa, haha) , ha mantenuto la mobilita' del solo pollice che muove a velocita' vertiginose su palamari o simili strumenti con cui intrattiene tutte le sue relazioni sociali. Si muove con lentezza (in particolar modo nell'attraversare la strada) anche a causa del bassissimo baricentro dovuto ad obesita' e pantaloni aventi il cavallo 30cm piu' basso delle anche.

Queste tracce dimostrano che anche con una limitatissima capacita' cerebrale sono in grado di sopravvivere ad altitudini elevate e rischiano di dominare sui licheni, finora specie a loro superiore.

Nonostante questi pensieri cosi' preoccupanti la mia salita continua finche' un'allucinazione richiede imperantemente attenzione : si tratta di un paio di slip femminili indossati su un sasso.

In quel momento temo che si tratti di un'immagine frutto della mia mente, il che dimostrerebbe qual'e' la mia piu' profonda necessita' , invece per davvero qualcuna in salita ha perso le mutande dalla fatica !

Infine alle 17,40 arrivo al Rifugio Altavista , 3220 m sul mare !

Qui mi preparo da mangiare e discuto nelle lingue di tutto il mondo con gli altri ospiti del rifugio, preparandomi alla partenza dell'indomani, che mi portera' alla cima piu' alta mai raggiunta nella mia vita.

Alle 5,05 finalmente mi alzo, dopo una notte di mal di testa fotonico, che tento di placare con la generosa colazione di un mandarino e aspirina, alle 5,30 parto con la pila in fronte e nella notte avanzo con passo sicuro (tanto attorno non si vede niente) . In un ora sono all'arrivo della teleferica (5500m) ed imbocco i gradini che mi conducono alla vetta che raggiungo alle 7,00 del mattino: che emozione !!

Sono il primo, e considerato che all'anno non ci possono essere piu' di 365 ascensioni penso che Tenerife potrebbe premiarmi con un piccolo appezzamento di terra dove potermi ritirare quando andro' in pensione. Inoltre essendo Italiano con meno di 40 anni, non andro' mai in pensione quindi anche se mi dessero tutta Tenerife ci farebbero una bella figura e non ci rimetterebbero niente.

Ed ancora una volta resto stupito della capacita' che ho di pensare idiozie anche ad altitudini dove la carenza di ossigeno dovrebbe tenere i neuroni al guinzaglio ! Mah, i misteri della natura !

Qui in cima mi rannicchio contro un sasso ed attendo l'alba che dovrebbe sugellare l'impresa ; nel frattempo arriva la prima luce ed inizio a notare delle colonne di fumo in corrispondenza delle aperture nel terreno dove si sente caldo ed odore di zolfo . OH, NON FACCIAMO SCHERZI, che mi hanno detto che il vulcano e' a riposo !

Fa' una certa impressione vedere poi tutto il terreno giallo ed immaginare che quei vapori salgono dal centro della terra; poi penso che se erano davvero furbi non uscivano dal punto piu' in alto ma si trovavano una strada piu' corta, e mi sento di nuovo razza dominante, ha ha ha! Neuroniii, al guinzaglio !!

(nota : poi a casa mi sono informato e le fumarole che ho visto non sono i vapori del centro della terra ma e' l'umidita' che condensa e scende tra le fessure del terreno finche' trova le rocce calde ed evapora; certo che la scienza sa davvero togliere la poesia alle cose !) .

Il sorgere del sole alle 7,50 e' uno spettacolo grandioso, e se non avessi i maroni congelati me lo gusterei con piu' romanticismo. Quasi magico e' girare poi la schiena verso il sole, e vedere che esso proietta l'ombra della cima del vulcano sul mare ed addirittura sull'isola della Gomera !

Alle 8 scendo godendomi il paesaggio che e' veramente incredibile, e mi dirigo verso il Pico Viejo, un altro cratere che si raggiunge camminando su un deposito piroclastico (ho studiato, eh?) ; percorso difficile ma bello.


Visto anche il Pico Viejo, scelgo di scendere verso il centro visitatori "la Rambleta" ed imbocco un sentiero con l'indicazione di massima difficolta' e l'invito ad usare un diverso percorso! A parte che questa e' l'unica strada per raggiungere mia sorella al centro visitatori, dove mi aspetta con una corona di sassi da infilarmi sul collo per festeggiare il fatto che non e' figlia unica, io non vedo dov'e' il pericolo percio' mi avvio sul sentiero.

Dopo 500 m di discesa capisco il problema : c'e' un delirio di pietre della misura massima di 0,5m una sopra all'altra che si muovono tutte e non esiste traccia da seguire per uscire da quest'incubo ! Impiego 2 ore e 15 minuti per fare 5,5 km e scendere da quota 3100m a 2350m , ma alla fine arrivo alla "Rambleta" dove evaporo una tortilla con pepsi in attesa che arrivi l'amatissima hermana, che non era li' ad aspettarmi convinta che mi sarei estinto durante quest'avventura ! Tiè !


PS: mi scuso per le eventuali note di cultura che mi sono accidentalmente sfuggite nel racconto, e mi piace ricordare i generosissimi amici che mi hanno scorazzato per l'isola ed accompagnato a vedere poi alcuni fantastici posti :

Jose , autista indomito delle isole, con cui abbiamo condiviso la "Caldera de Bandama", il "camino arenales" , "Afur-playa de Tamadite" a Tenerife , le indicazioni per il giro della Isleta e la corsetta del 31 dicembre (3h 45' senza acqua nè cibo, indimenticabile. Aspetto che tu venga a trovarmi in Italia e poi facciamo un giretto sui nostri colli. Zio can se ti aspetto!)

Fernando , il mio eroe per una foto che lo ritrae sorridente con pettorale, scarpe e tutto il resto su un letto di ospedale dopo una ultratrail : mi ha portato intorno a Teror per la ruta Dorama e fino al Pico de Osorio , senza dimenticare i fantastici giri dell'altra volta a Firgas e la "subida de San Pedro" .

13 commenti:

Stefano ha detto...

Non aggiungo nulla a ciò che ho appena mandato al bardo via sms...

mikkifranco ha detto...

Grazie Dario di questo regalo di inizio 2012... sei il migliore!!!

Alberto Simionato ha detto...

Darietto sei unico !!!!!! Grazie

Anonimo ha detto...

Stegal ti invidierà per questo diario di viaggio. Quanto all'appezzamento in omaggio ti ricordo che dal 2012 si paga l'IMU anche sugli immobili posseduti all'estero (la v... de so mare)

Leprotto ha detto...

Fenomenale...!!
Ho tentato di individuare il tuo tragitto con l'aiuto di google maps, ma mi mancano alcuni dettagli, riesci a segnalarmi la posizione della piazzola mentata..?! :)
Cmq sei un veramente un'eroe..!!!

Andrea Segatta ha detto...

Che bel racconto!!!!

dario ha detto...

Forse il commento del genitore non fa testo, però credo che rendere pubblico il mio orgoglio per questo figlio, non sia proibito. Dario sono fiero di te anche quando ti cimenti in queste tue
magnifiche avventure. Mariano

Andrea Segatta ha detto...

Mariano, è splendido leggere quello che hai scritto!!!! E concordo sul contenuto!

dario ha detto...

Io mi sento preso per il culo, in quanto quando vado dai miei devo fargli i lavori su internet perchè loro non sono capaci,e poi mio padre NON SO COME riesce a pubblicare stè cose.
Che,inoltre, mi imbarazzano.

Anonimo ha detto...

Un'eroe? Ma ... Bardo ... sei diventato femmina?

biz ha detto...

Una chicca d'inizio anno....sei veramente il migliore Dario!

Leprotto ha detto...

Scusate l'imperdonabile errore...
Sei veramente UN EROE...

http://it.wikipedia.org/wiki/Apostrofo

Cosimo ha detto...

Addirittura il babbo del Bardo... mitico! il figlio non riesce a pubblicare il post ed il padre pubblica commenti :-D che famiglia!!!!!!!!